lunedì 1 giugno 2009
Trento: un esempio da seguire
Una tangenziale viene spostata per ridare territorio alla città e diventa un giardino. Ritorna ai cittadini e alla città intesa come luogo di socializzazione. Le gallerie che attraversavano la montagna vengono riconvertite e diventano un museo cittadino, un luogo per le mostre e una sede per il teatro.
Sembra una favola nella nostra Italia divorata dal cemento. Invece è realtà: siamo a Trento dove, dopo anni di lotte, i cittadini sono riusciti a riconquistare un'ampia area di territorio dove molti anni fa era stato deciso da amministratori poco lungimiranti di fare transitare quattro corsie di tangenziale, spezzando, di fatto, un quartiere in due. L'operazione di recupero del territorio non è stata ovviamente indolore e i costi per trovare una soluzione alternativa sono stati considerevoli.
A Trento, che, seppur molto bella da visitare, non è una città dove il turismo è il settore principale, si è voluto concretizzare comunque il concetto di una città bene comune dei cittadini e luogo di socializzazioni.
A Cervia, dove invece il turismo è orgogliosamente l'attività di punta dell'economia cittadina e dove siamo meritatamente apprezzati per la natura di pregio e per il concetto urbanistico di "città giardino", che rendono unica questa terra, paradossalmente i gestori della cosa pubblica sembrebbero andare in senso opposto.
Le aree pinetate comunali, cioè dei cittadini cervesi, vengono messe all'asta dalla Giunta Comunale, con delibera del Consiglio Comunale, definendole "operazioni strategiche". Di più: non solo vengono vendute ai privati, invece di lasciare spazi pubblici alla città, ma - notizia degli ultimi giorni riportata dai quotidiani - sull'ultima area pinetata venduta in ordine temporale, verrà anche permesso di costruire, con evidente consumo di territorio nelle aree di massimo pregio, il quinto nuovo albergo a cinque stelle (probabilmente ancora a 8 piani).
Cervia è un territorio meraviglioso. A maggior ragione, prima di continuare ad indebolire alcuni, ma importanti perchè non duplicabili, nostri punti di forza (natura di pregio, impianto urbanistico unico "città giardino") non sarebbe il caso, detto con ogni rispetto, che i nostri decisori politici cambiassero rotta e ascoltassero gli stimoli e gli appelli proposti da più parti della società civile in merito? Non sarebbe meglio seguire le nuove tendenze, sulle quali dovremmo essere maestri, per rimanere avanti rispetto alle località concorrenti?
Il modello del lusso realizzato con troppo cemento non funziona: Dubai insegna.
Il territorio una volta consumato, non si potrà recuperare e se le strategie turistiche del volere, con particolare enfasi, permettere o attirare l'arrivo di capitali e investitori nel settore dell'edilizia, si rivelassero fragili, la crisi non perdonerà e il conto, come al solito, lo pagheranno i cittadini.
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1 commento:
post molto interessante... certe cose danno un filo di speranza
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