I nuovi hotel "forano" il tetto naturale dei pini: il futuro di Cervia?
Il blog riceve l'appello di Antonio Antonelli e volentieri pubblica. Sono richieste di assoluto buon senso, dove si ricorda che la nostra terra presenta un aspetto naturalistico di grande pregio, che - se ben conservato - rappresenta la migliore assicurazione per il futuro.
Puntare sulla qualità e non sulla quantità. La scelta politica di permettere e, in taluni casi, di incentivare la costruzione di innumerevoli hotel a 5 stelle, dove la domanda - che rappresenta comunque solo un piccolo segmento di mercato, è già ampiamente coperta e che secondo autorevoli esperti del settore risentirebbe della crisi - molti la considerano una strategia turistica fragile. Attenzione che sono scelte che stanno modificando il nostro meraviglioso territorio e che una volta fatte, non sarà più possibile tornare indietro. Il cemento rimarrà.
"Appello ai candidati Sindaco al Comune di Cervia sulla tutela dell’ambiente dagli eccessi della cementificazione.
Qualsiasi politica amministrativa che intenda salvaguardare e valorizzare il nostro territorio, non può non partire dal riconoscimento dell’evidenza conclamata che gli eccessi della cementificazione sono un’emergenza su tutto il territorio nazionale, che anche la costa adriatica ne soffre, e che anche nella nostra città la situazione rischia di andare fuori controllo. Per alcuni cittadini, sensibili ai temi ambientali, fuori controllo lo è già.
Questo accade anche in ragione di normative e politiche nazionali che lasciano pochi strumenti agli amministratori locali e ai cittadini per difendersi. Le recenti affermazioni del Capo del Governo sulla concessione di aumenti di cubatura non diminuiscono certo le preoccupazioni in questo senso. La minaccia per l’ambiente rappresentata dal tentativo di rilanciare l’economia utilizzando una deregolamentazione delle edificazioni è un pericolo imminente dal quale difendersi anche con serie ed agguerrite politiche locali.
A questo quadro problematico va aggiunto il problema evidente rappresentato dal fatto che buona parte degli introiti dei comuni sono dovuti ad oneri di urbanizzazione. Le amministrazioni sono portate a svendere il loro territorio per mantenere le loro attività, e questo porta conseguenze potenzialmente gravi.
Occorre una scelta responsabile; non è possibile considerare, in una politica che salvaguarda l’ambiente, questo introito come una voce strutturale.
Inoltre, le nuove forme di finanziamento, quali la cessione di territorio in cambio di beni e servizi, o il “Project Financing “, di cui il ponte sullo stretto di Messina è l’esempio più mostruoso, purtroppo determinano, anche nella realtà locale, uno scambio ineguale che non tutela il bene comune.
La nostra regione, e anche la nostra costa, come ci ricorda in maniera documentata Roberto Saviano, sono divenuti, grazie all’edilizia, sede del riciclo di danari provenienti dalle attività illegali della malavita organizzata.
La difficoltà, ma anche la mancanza di decisione, nel porre regole certe, trasparenti e soprattutto efficaci, ha prodotto gravi danni alla fisionomia del territorio, cui non sarà facile porre rimedio.
Gli esempi purtroppo non mancano. E’ sufficiente osservare il primo parcheggio multipiano edificato a Milano Marittima, o percorrere il nostro Lungomare, il Viale Due Giugno, o guardare la zona artigianale dalle saline per rendersi conto che qualcosa è stato insufficiente nella nostra politica di tutela dell’ambiente.
E’ evidente che le regole poste non si sono rilevate adeguate ad affrontare il problema.
E’ auspicabile dunque che vengano definiti dei limiti nettissimi all’utilizzo del territorio, limiti trasparenti e verificabili da ogni cittadino, perché, in assenza di questi limiti, nemmeno la migliore buona volontà degli amministratori, e nemmeno la vigilanza dei cittadini attenti, potranno ottenere risultati, come è dimostrato dall’esperienza di questi anni.
E’ auspicabile che il nuovo piano edilizio sia disegnato con criteri semplici che non prevedano varianti, e che i trasferimenti di cubatura vengano fortemente limitati e regolamentati, se non banditi, allo scopo di evitare che si verifichino altre volte fenomeni edilizi come quelli osservabili alla settima traversa e altrove.
E’ auspicabile che il dibattito esca dal gioco delle parti di una maggioranza che si sente obbligata a difendere rigidamente ogni suo atto e di un’opposizione che non si espone nel fare proposte concrete.
E’ auspicabile che chi si candida a guidare il governo della città, dica parole chiare su questo argomento, indipendentemente dallo schieramento politico cui appartiene, parole che costruiscano la base di un dibattito franco e trasparente. E’ auspicabile che gli atti siano conseguenti con le parole.
Antonio Antonelli"
"Appello ai candidati Sindaco al Comune di Cervia sulla tutela dell’ambiente dagli eccessi della cementificazione.
Qualsiasi politica amministrativa che intenda salvaguardare e valorizzare il nostro territorio, non può non partire dal riconoscimento dell’evidenza conclamata che gli eccessi della cementificazione sono un’emergenza su tutto il territorio nazionale, che anche la costa adriatica ne soffre, e che anche nella nostra città la situazione rischia di andare fuori controllo. Per alcuni cittadini, sensibili ai temi ambientali, fuori controllo lo è già.
Questo accade anche in ragione di normative e politiche nazionali che lasciano pochi strumenti agli amministratori locali e ai cittadini per difendersi. Le recenti affermazioni del Capo del Governo sulla concessione di aumenti di cubatura non diminuiscono certo le preoccupazioni in questo senso. La minaccia per l’ambiente rappresentata dal tentativo di rilanciare l’economia utilizzando una deregolamentazione delle edificazioni è un pericolo imminente dal quale difendersi anche con serie ed agguerrite politiche locali.
A questo quadro problematico va aggiunto il problema evidente rappresentato dal fatto che buona parte degli introiti dei comuni sono dovuti ad oneri di urbanizzazione. Le amministrazioni sono portate a svendere il loro territorio per mantenere le loro attività, e questo porta conseguenze potenzialmente gravi.
Occorre una scelta responsabile; non è possibile considerare, in una politica che salvaguarda l’ambiente, questo introito come una voce strutturale.
Inoltre, le nuove forme di finanziamento, quali la cessione di territorio in cambio di beni e servizi, o il “Project Financing “, di cui il ponte sullo stretto di Messina è l’esempio più mostruoso, purtroppo determinano, anche nella realtà locale, uno scambio ineguale che non tutela il bene comune.
La nostra regione, e anche la nostra costa, come ci ricorda in maniera documentata Roberto Saviano, sono divenuti, grazie all’edilizia, sede del riciclo di danari provenienti dalle attività illegali della malavita organizzata.
La difficoltà, ma anche la mancanza di decisione, nel porre regole certe, trasparenti e soprattutto efficaci, ha prodotto gravi danni alla fisionomia del territorio, cui non sarà facile porre rimedio.
Gli esempi purtroppo non mancano. E’ sufficiente osservare il primo parcheggio multipiano edificato a Milano Marittima, o percorrere il nostro Lungomare, il Viale Due Giugno, o guardare la zona artigianale dalle saline per rendersi conto che qualcosa è stato insufficiente nella nostra politica di tutela dell’ambiente.
E’ evidente che le regole poste non si sono rilevate adeguate ad affrontare il problema.
E’ auspicabile dunque che vengano definiti dei limiti nettissimi all’utilizzo del territorio, limiti trasparenti e verificabili da ogni cittadino, perché, in assenza di questi limiti, nemmeno la migliore buona volontà degli amministratori, e nemmeno la vigilanza dei cittadini attenti, potranno ottenere risultati, come è dimostrato dall’esperienza di questi anni.
E’ auspicabile che il nuovo piano edilizio sia disegnato con criteri semplici che non prevedano varianti, e che i trasferimenti di cubatura vengano fortemente limitati e regolamentati, se non banditi, allo scopo di evitare che si verifichino altre volte fenomeni edilizi come quelli osservabili alla settima traversa e altrove.
E’ auspicabile che il dibattito esca dal gioco delle parti di una maggioranza che si sente obbligata a difendere rigidamente ogni suo atto e di un’opposizione che non si espone nel fare proposte concrete.
E’ auspicabile che chi si candida a guidare il governo della città, dica parole chiare su questo argomento, indipendentemente dallo schieramento politico cui appartiene, parole che costruiscano la base di un dibattito franco e trasparente. E’ auspicabile che gli atti siano conseguenti con le parole.
Antonio Antonelli"
3 commenti:
sottoscrivo!
Questa foto fa venire i brividi.
Condivido, speriamo venga ascoltato
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