Riporto un paragrafo tratto dal libro Il Partito del Cemento di Marco Preve e Ferruccio Sansa. Spiega come il sistema del trasferimento degli indici sia stato e venga ancora utilizzato nell'Italia delle carte a posto per fare colossali speculazioni edilizie. Vi viene in mente qualche fatto di speculazione edilizia messa in piedi con questa norma interpretata all'italiana?
"Trasferimento degli indici. A sentirne parlare così, a guardare le mappe catastali del Comune sembra quasi una partita di Risiko o di Monopoli. Ma qui non si tratta di un gioco e ogni segno della matita sulla carta porta con sè effetti molto, molto concreti: alberi secolari vengono schiantati a colpi di sega, prati e orti che in un attimo spariscono e pozzi medievali demoliti in una manciata di ore.
La vittoria del cemento non sempre arriva con enormi gru o "alberi di trenta piani", come cantava Adriano Celentano. Un'altra storia, un altro tipo di cementificazione: quella che avviene secondo la legge. Una norma forse nata con le migliori intenzioni, ma poi stravolta da varchi lasciati aperti, da interpretazioni paradossali o furbesche.
...
Il "trasferimento degli indici" è un sistema adottato in molte città d'Italia. L'idea è semplice: cercare di ridistribuire i volumi edificati, diradando nelle zone più degradate e compensando con costruzioni da realizzare in zone più libere. Però... però in Italia niente va mai come dovrebbe. Proprio così, prima di approvare una legge o un piano regolatore occorrerebbe riflettere su un aspetto: sarà applicato in Italia, potrebbe essere aggirato in mille modi. Bisogna, insomma chiudere ogni spiraglio alla furbizia.
Trasferimento degli indici... i professori di diritto urbanistico ci si sono consumati a studiarla, hanno scritto saggi e trattati, ma in soldoni funziona così: se tu - cittadino, ma soprattutto imprenditore - demolisci un edificio industriale in una zona degradata e riqualifichi l'area, poi acquisti il diritto di edificare una volumetria equivalente in un'altra zona. Una specie di gioco di prestigio, una magia: il mattone scompare da un quartiere e compare in un altro. Peccato soltanto, in questo si nasconde il trucco, che al privato sia lasciata la possibilità di scegliere dove spostare i suoi volumi. Come dire: demolisco una fabbrica in una zona dove il valore al metro quadro è basso, bassissimo, e mi costruisco una manciata di condomini in una zona dove un mattone vale tanto oro quanto pesa. Possibile? In Italia, sì."
"Trasferimento degli indici. A sentirne parlare così, a guardare le mappe catastali del Comune sembra quasi una partita di Risiko o di Monopoli. Ma qui non si tratta di un gioco e ogni segno della matita sulla carta porta con sè effetti molto, molto concreti: alberi secolari vengono schiantati a colpi di sega, prati e orti che in un attimo spariscono e pozzi medievali demoliti in una manciata di ore.
La vittoria del cemento non sempre arriva con enormi gru o "alberi di trenta piani", come cantava Adriano Celentano. Un'altra storia, un altro tipo di cementificazione: quella che avviene secondo la legge. Una norma forse nata con le migliori intenzioni, ma poi stravolta da varchi lasciati aperti, da interpretazioni paradossali o furbesche.
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Il "trasferimento degli indici" è un sistema adottato in molte città d'Italia. L'idea è semplice: cercare di ridistribuire i volumi edificati, diradando nelle zone più degradate e compensando con costruzioni da realizzare in zone più libere. Però... però in Italia niente va mai come dovrebbe. Proprio così, prima di approvare una legge o un piano regolatore occorrerebbe riflettere su un aspetto: sarà applicato in Italia, potrebbe essere aggirato in mille modi. Bisogna, insomma chiudere ogni spiraglio alla furbizia.
Trasferimento degli indici... i professori di diritto urbanistico ci si sono consumati a studiarla, hanno scritto saggi e trattati, ma in soldoni funziona così: se tu - cittadino, ma soprattutto imprenditore - demolisci un edificio industriale in una zona degradata e riqualifichi l'area, poi acquisti il diritto di edificare una volumetria equivalente in un'altra zona. Una specie di gioco di prestigio, una magia: il mattone scompare da un quartiere e compare in un altro. Peccato soltanto, in questo si nasconde il trucco, che al privato sia lasciata la possibilità di scegliere dove spostare i suoi volumi. Come dire: demolisco una fabbrica in una zona dove il valore al metro quadro è basso, bassissimo, e mi costruisco una manciata di condomini in una zona dove un mattone vale tanto oro quanto pesa. Possibile? In Italia, sì."
3 commenti:
Un caso mi viene in mente...
Finchè in Italia ci sarà la mentalità che quello furbo è uno giusto avverrà ogni sorta di interpretazione, all'italiana appunto.
Non occorre andare in Liguria per scoprire il Potere del Cemento. Io ho descritto tale fenomeno nella mia città, Cesena. Vale per tutta la Romagna. E’ esplicito il riferimento all’intricato sistema di potere, basato su una gestione del territorio dettata da evidenti spinte speculative. Il libro IL POTERE DEL CEMENTO nasce dal bisogno di raccontare quanto sia diventata invasiva e distruttiva una vera e propria commistione d’interessi, che piega l’interesse pubblico nei confronti di quello privato. Il Potere del Cemento costituisce un partito trasversale nella gestione del Potere, tutto intento a fabbricare con disinvoltura il proprio consenso elettorale, sulla base di illimitati permessi di costruire ai privati (cittadini e pertanto elettori). Questo libro ha la velleita’ di far accendere in citta’ un dibattito culturale sul ruolo dell’urbanistica: le scelte cementificatorie ispirate allo sperpero delle risorse e alla crescita infinita, devono essere accantonate, sostituite con altre piu’ eco-sostenibili.
Il libro sara’ regalato a tutti quelli che mi scriveranno.
Davide Fabbri, autore de IL POTERE DEL CEMENTO.
mail: davide.fa@virgilio.it
tel 333.1296915
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