venerdì 19 dicembre 2008
La bustarella fai da te
A giugno 2008 il Giudice Roberto Scarpinato scriveva nel libro "Il ritorno del principe" in merito alla corruzione:
"I rigidi parametri imposti dal trattato di Maastricht hanno fatto venir meno la possibilità di finanziare la corruzione con la dilatazione a gogo della spesa pubblica e con l'inflazione.
A questo punto le modalità di sfruttamento conosciute e classiche hanno lasciato il posto a nuove forme ancora più pericolose.
Per spiegarmi ricorrerò ad una metafora. Quando manca il cibo l'organismo umano è costretto ad attingere alle risorse interne.
Esaurite le risorse energetiche conservate nei pannicoli adiposi, inzia ad attingere calorie dal tessuto muscolare, che dunque progressivamente si rachitizza sino al punto che si determina uno squilibrio generale che può condurre a gravi malattie o a esiti letali.
A causa della riduzione delle risorse esterne - cioè una spesa pubblica dilatabile senza limiti - ha cominciato ad attaccare le riserve interne. In altri termini ha inziato a nutrirsi del tessuto connettivo del corpo sociale, mediante il progressivo e programmatico smantellamento dello stato sociale e il trasferimento delle risorse a potentati e lobby private."
Oggi leggo sul quotidiano La Stampa a pag 6 l'articolo "La bustarella fai da te".
Il giornalista Fabio Martini, cercando di rispondere alla domanda se siamo in una nuova Tangentopoli, afferma che "oggi si ruba, o si organizzano "pasticcetti" assai più a livello locale che non a Roma, che semmai diventa "appoggio" per operazioni periferiche. Nell'era di Tangentopoli, come documentato da tante inchieste, invece era tutto centralizzato. Nell'articolo il ministro Gianfranco Rotondi afferma che "tra allora e oggi nessuna differenza nel tipo di reati, tantissima nella qualità: nella Prima Repubblica si consumavano maxi-corruzioni finalizzate a fini politici, oggi siamo ad una micro-criminalità finalizzata all'arricchimento personale. Oggi se qualcuno ruba non ha attenuanti."
E se è vero che la crisi sta impoverendo ulteriormente il tessuto connettivo del corpo sociale, cioè la parte produttiva del paese, traete voi le conclusioni.
Scelta obbligata. La politica riparta dai cittadini.
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3 commenti:
E' vero dobbiamo riprendere il ruolo di cittadini!
Triste, ma è così... reagiamo e cerchiamo di fare aprire gli occhi a quante più persone possibile...
Ci stanno dissanguando... vergogna
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